Appresa la notizia, il sodalizio comico Renzi & Marattin hanno subito fatto fuoco e fiamme: Di Maio e Salvini si comportano come il PD, dovrebbero vergognarsi!
Sono bastati dieci minuti di una riunione notturna del Consiglio dei Ministri per smentire cinque anni di insulti e menzogne contro di noi. Matteo Salvini e Luigi Di Maio devono solo vergognarsi.#Carige pic.twitter.com/qU1gklLRRJ— Matteo Renzi (@matteorenzi) 8 gennaio 2019
Consentiamo volentieri che comportarsi come il PD sia sempre motivo di vergogna, ma - nella fattispecie - il dinamico duo non ha colto propriamente nel segno. Per essere più precisi: ha confuso la merda con la cioccolata.
Naturalmente la logica inoppugnabile della linea “buffoni! Vergogna! Avete fatto come noi, ridicoli!” porterà al Pd montagne di voti. #carige— chiara geloni (@lageloni) 8 gennaio 2019
Punto primo.
La Direttiva BRRD, quella cioè che ha introdotto le regole sul bail-in, è stata approvata quando al governo c'era il PD, nella fattispecie Enrico Letta (che la rivendicava come un successo). Prendersela ora con chi la deve applicare, cercando di sminarne le parti più pericolose, farebbe sorridere, se non fosse un atto di clamorosa disonestà intellettuale. D'altronde, anche il primo Matteo Renzi apprezzava l'innovazione, se è vero - come è vero - che anziché far intervenire il Fondo Interbancario per salvare quattro piccole banche del centro Italia preferì emanare un Decreto ad hoc e procedere al primo burden sharing della storia repubblicana (la spiegazione di Banca d'Italia, secondo cui furono gli Istituti a non "trovare la provvista necessaria", appartiene al regno del fantasy).
Lo stesso dicasi dell'altro successo dei governi PD, l'Unione bancaria, che tanto piaceva all'allora Ministro Saccomanni.
Con l'unione bancaria risparmiatori meglio tutelati, possibilità più credito e costo denaro più basso. #Ecofin #ECOFINCOUNCIL— Fabrizio Saccomanni (@FabSaccomanni) 18 dicembre 2013
A questo proposito è bene ricordare che "Unione bancaria" significa due cose, la prima delle quali è "vigilanza unica demandata alla Bce", la quale, come ben sottolinea Giuseppe Liturri in questo articolo, una volta "subentrata agli organismi nazionali nella supervisione di oltre cento istituti significativi" ha immediatamente imposto l'eliminazione, a tappe forzare e "a qualsiasi costo, degli Npl [cioè delle sofferenze, N.d.R.] dai bilanci bancari". Sebbene Bankitalia avesse "più volte evidenziato i danni prodotti ai bilanci bancari da tali dismissioni a tappe forzate e le sue perplessità sulla effettiva necessità di ridurre così in fretta gli Npl", non c'è stato nulla da fare: "la Signora Nouy è stata irremovibile: vendere tutto ed in fretta", anche in un Paese, come l'Italia, "investito dalla recessione più grave dal dopoguerra".
Nell'articolo di Liturri, per amor di chiarezza, si evidenzia anche chi abbia guadagnato da questa scelta, ma penso che sia chiaro già così. Semmai, può essere utile ricordare la riforma delle Banche di credito cooperativo voluta da Renzi, che consegna anche queste piccole realtà, mani e piedi, alla Vigilanza di Francoforte, e la controriforma della Lega che ha quanto meno ridotto, per quanto possibile, quest'ulteriore pericolo. Dunque il PD è colpevole anche per la situazione di Carige perché - da Monti a Gentiloni - ha concorso a scrivere (o quanto meno ha avallato) le regole che hanno portato a tutti i disastri bancari italiani: stretta fiscale (soprattutto sotto Monti) à crisi dell'immobiliare e aumento dei fallimenti à incremento esponenziale di incagli e sofferenze à nuove regole per la "pulizia" dei bilanci della Bce à ammanchi di capitale regolamentare à crisi (con annessa fuga dei correntisti) à intervento statale (burden sharing o bail-in).
Punto secondo.
Quando Renzi e Marattin, e dietro di loro le migliori menti del PD renziano (immediatamente riprese dal Sole24Ore, che come al solito si distingue per terzietà nel panorama dell'informazione), strepitano che il decreto del governo giallo-verde è uguale a quello di Gentiloni, dicono - come spesso accade, d'altronde - una cosa non del tutto vera (cioè: falsa).
Hanno approvato un decreto per salvare la banca di Genova. Giusto, serve ai risparmiatori. Ma così certificano di aver mentito quando attaccavano noi sulle Venete, Etruria, Ferrara. Il tempo è galantuomo e fa giustizia delle tante bugie di questi piccoli imbroglioni— Matteo Renzi (@matteorenzi) 7 gennaio 2019
Quanto meno allo stato attuale, nel caso di Carige il Ministero del Tesoro non versa un euro, ma si limita ad una garanzia per permettere alla banca di ritrovare liquidità, messa a dura prova dall'uscita di correntisti impauriti proprio dalle regole approvate, nel passato, dal PD, prima in Europa e poi in Italia.
I burden sharing di Banca Etruria (Boschi bank) e delle Venete hanno bruciato i risparmi dei soci e degli obbligazionisti subordinati (mietendo anche vittime, in senso proprio, non figurato). Qui nessun obbligazionista subirà perdite, perché i subordinati sono in mano al Fondo Interbancario e - al contrario di quanto scrivono, per piacere di terrorismo (non si sa se antigovernativo o a fini di clickbait), giornaloni e siti "specializzati" - certamente non saranno intaccate le obbligazioni senior (o, al massimo, saranno oggetto di integrale rimborso secondo lo schema usato per l'upper Tier 2 di Mps in mano alla clientela retail).
Tre delle "quattro banche" sono state regalate, una volta ripulite, a UBI, mentre Intesa, per prendersi la parte sana di Popolare di Vicenza e di Veneto Banca, ha addirittura ricevuto una dote di qualche miliardo di Euro (qualche miliardo di Euro) di soldi pubblici e ampia manleva per eventuali cause intentate da creditori ed azionisti delle banche liquidate. Ricordiamo tutti la figura di palta del più volte citato Marattin, poi sbugiardato dall'Istituto europeo di statistica, che tentava di dimostrare che quei soldi non fossero "debito pubblico".
Ricordate lo scambio con il piteco @marattin? Disse in tv che il salvataggio delle venete non avrebbe impattato il deficit.— Alessandro Del Prete (@alexdelprete) 3 aprile 2018
L'eurostat ha appena certificato che:
- impatto su deficit è di 4,7 miliardi
- l'impatto sul debito è di 11,2 miliardi
Cialtrone!https://t.co/9HWdIILDbP pic.twitter.com/LNXfwQuC5X
Al contrario, è presumibile che Carige non debba essere oggetto di ricapitalizzazione precauzionale (e, se lo fosse, sarebbe di nuovo per l'urgenza di cedere - prima di essere messa sul mercato - una somma importante di Npl a SGA). In questo caso, Di Maio è stato molto chiaro, nessun regalo ai banchieri che socializzano le perdite e privatizzano i profitti: la banca si nazionalizza.
Come Mps, direte voi.
Sì, come Mps. Che, tuttavia, resta certamente la peggior macchia sul curriculum di Padoan (sul curriculum di Renzi stendiamo pietoso velo). L'analisi della crisi (probabilmente irreversibile) in cui tuttora si dibatte il Monte dei Paschi non può prescindere dalla clamorosa inerzia del governo PD, durata addirittura un anno!, una volta che era divenuto chiaro a tutti cosa stava accadendo.
Mentre qualunque quisque de populo si accorgeva che l'aumento di capitale necessario alla banca non sarebbe andato in porto...
... e Renzi si dava alla manipolazione del mercato parlando di "banca risanata" e di "ottimo affare"...
Mps, Renzi:chi verrà farà ottimo affare - 'La soluzione migliore sarà quella che il mercato deciderà' https://t.co/OwBt4uddJJ— Ansa Toscana (@AnsaToscana) 21 gennaio 2016
...Padoan stava a guardare una fuoriuscita di liquidità calcolata dalla stessa Mps in circa 20 miliardi di euro in un anno. Un colpo da KO. Una storia italiana dal 1472, di cui gli ultimi dieci di immane sofferenza, giunge al termine.
Quando parlano i piddini, a vergognarsi, ormai, è solo la verità.
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