Ovviamente, come capita ad ogni dissoluzione di un impero, gli ultimi singulti di vita saranno quelli più pericolosi. Le élites, messe al muro, divengono più cattive e più pericolose, come i serpenti velenosi. In questi giorni ne abbiamo avuto una (prima) prova abbastanza clamorosa: sui giornali, alla televisione, sui social media, è stato tutto un florilegio di apologie del voto censitario (quando è andata bene) o, addirittura, dei sistemi dittatoriali (quando è andata meno bene).
Non riporto tutte le idiozie pubblicate da parte dei Soloni nostrani: rimando all'ottimo post di Barbara Tampieri, che trovate qui. Ne mostro solo un paio, perché sono - a mio avviso - particolarmente significativi. Il primo è la "provocazione" (ipse dixit) di Nathania Zevi, giornalista di RAI 3 e compagna di David Parenzo:
La signora, probabilmente, quando provoca si astrae dalla storia europea degli ultimi cento anni (oppure dalla propria intelligenza).Si è creata un' assurda convinzione basata sul fatto che ciò che viene deciso a maggioranza sia democrazia. #Brexit— Nathania Zevi (@Natizevi) 25 giugno 2016
D'altronde, vi erano ebrei anche fra i Sansepolcristi.Vorrei ricordare che è grazie alla democrazia che tutti quelli con certi cognomi han potuto sopravvivere al nazismo https://t.co/ztc6cRGgq3— paola valenti (@paolavalenti29) 26 giugno 2016
L'altro è invece, a quel che mi consta, il primo esempio di copertura pseudo-scientifica a questo delirio antidemocratico.
Nel mio piccolo, allora, vorrei portare anch'io un po' d'acqua al mulino di queste teste di cazzo che amano tanto - a parole - le masse, ma poi schifano - nei fatti - i popoli. Teste di cazzo che, per inciso, riecheggiano parole antiche e venerande, ma le fraintendono senza neppure conoscerle.Gli argomenti a favore del voto ponderato (più peso da giovani e meno da anziani) si trovano sintetizzati qui: https://t.co/l527Cn8wMd— Alessandro Rosina (@AleRosina68) 26 giugno 2016
Platone (Repubblica, 562.b): "...la tirannide nasce dalla democrazia allo stesso modo in cui questa nasce dall'oligarchia... Il bene che i cittadini si proponevano... e per il quale avevano istituito l'oligarchia era la ricchezza eccessiva..., ma l'insaziabile brama di ricchezza e la noncuranza d'ogni altro valore a causa dell'affarismo l'hanno portata alla rovina... Quando una città democratica, assetata di libertà, viene ad essere retta da cattivi coppieri, si ubriaca di libertà pura oltre il dovuto e perseguita i suoi governanti, a meno che non siano del tutto remissivi e non concedano molta libertà, accusandoli di essere scellerati e oligarchici... e ricopre d'insulti... coloro che si mostrano obbedienti alle autorità, trattandoli come uomini di nessun valore, contenti di essere schiavi, mentre elogia e onora in privato e in pubblico i governanti che sono simili ai sudditi e i sudditi che sono simili ai governanti...".
Pseudo Senofonte (La Costituzione degli Ateniesi, 6): "si potrebbe sostenere che non avrebbero dovuto consentire a tutti di parlare e di decidere liberamente, ma solo agli uomini più capaci e più dotati... Se infatti esprimessero il proprio parere e assumessero decisioni persone di qualità, sarebbe un vantaggio per le persone uguali a loro...".
Polibio (Storie, VI 4,6-10): "Si deve dunque ritenere che esistano sei forme di governo, cioè le tre che tutti ammettono..., e tre simili a queste, cioè la tirannide, l’oligarchia, l’oclocrazia. In modo spontaneo e naturale sorge prima di ogni altra forma la monarchia, dalla quale deriva poi, in seguito a opportune correzioni e cambiamenti, il regno. Quando questo incorre nei difetti connaturati a sé e diventa tirannide, viene abolito e al suo posto subentra l’aristocrazia. Quando, in base a un processo naturale, essa degenera in oligarchia e il popolo, indignato, punisce l’ingiustizia di chi comanda, sorge la democrazia. Quando questa a sua volta diventa colpevole di illegalità e violenze, con il trascorrere del tempo si forma l’oclocrazia".
Aristofane (Cavalieri, Prologo): "Noi due s'ha per padrone uno zotico strano, un mangia-fave irascibile: Popolo pniciano, vecchiettino bisbetico e sordastro. Questi, lo scorso mese, comperò un servo, il conciapelli Paflagone, furbo e calunniatore quanti altri mai. Costui, capite le debolezze del vecchio..., si fece sotto al padrone, e cominciò a lisciarlo, adularlo, raggirarlo con limbelli di cuoio putrefatto. E gli diceva: «Discussa appena una sola causa, oh Popolo, fa' il bagno, sgrana, succhia, rodi, intasca i tre oboli. Vuoi che t'ammannisca la cena?» Ed arraffato ciò che aveva apparecchiato qualcuno di noi, se ne faceva bello col padrone, il Paflagone! Non solo: quando ebbi impastata in una pila quella pizza spartana, questo fior di birba mi mise in mezzo, me la prese, e offrì lui quello che impastato avevo io! E noi ci scaccia, e non lascia che altri serva il padrone; e mentre questi pranza, gli sta vicino, e scaccia... gli oratori con una sferza di cuoio; e gli recita degli oracoli: il vecchio ne va in estasi! Quando poi te lo vede incitrullito, fa il suo mestiere; e a furia di menzogne calunnia quei di casa; e poi la frusta tocca a noialtri!...".
(Nessuno di questi sarebbe a favore della tesi per cui i giovani debbano avere maggior peso politico rispetto agli anziani, a dire il vero, ma non stiamo tanto a sottilizzare...).
Detto questo, in realtà volevo parlare di tutt'altro. Infatti, visto che la sovranità limitata va così tanto di moda, mi sembrerebbe giusto applicarla in primo luogo a chi utilizza la libertà di opinione per disinformare - a ragion ve(n)duta - gli altri. Sì, perché permettere di esprimere un'idea è democrazia, farsi scudo di questo principio per negare i fatti è, come minimo, cialtronaggine.
Tutto questo c'è chi lo dice da tempo, e come al solito i fatti lo dimostrano ottimo profeta.
Prendiamo - una categoria a caso - i giornalisti. Due a caso (colpendo nel mucchio): un giornalaccio di carta e un sito orrendo.Stiamo ancora parlando di limitare la democrazia? Perché nel caso avrei qualcosa da dire sull'abuso della libertà di opinione come menzogna.— Alberto Bagnai (@AlbertoBagnai) 27 giugno 2016
Rivoli di sangue, "peggio dell'11 settembre". Crolli. Rovine.
Sicuri?
Sicuri sicuri?
Vediamo.
La sterlina, sicuramente, avrà svalutato ai minimi storici.
Ma... ma... ma... certo c'è stato un calo, ma il cambio con l'Euro è tutto sommato entro un range di normalità (i dati sono a 5 anni), mentre la significativa perdita rispetto al Dollaro si spiega piuttosto nel quadro dell'apprezzamento della valuta statunitense, che nonostante tutto appare ancora, a molti, come un bene rifugio in momenti di incertezza.
Infatti, anche il cambio fra Euro e Dollaro mostra dinamiche simili, ancorché meno violente (anche perché la Sterlina viene da una storia di rivalutazione, mentre l'Euro ha perso, rispetto a un annetto fa, circa il 40% del suo valore rispetto al bigliettone verde).
Dice: si, però vorrei vedere l'impennata dei Titoli di Stato inglesi... Che, in effetti, c'è stata, però nel senso esattamente opposto a quello inteso dal nostro amico piddino (ognuno di noi ne ha uno, tipo l'Angelo Custode, ma molto meno discreto).
Eh sì, è vero... ma hai visto come è salito il CDS del Regno Unito? (Il piddino ha appreso ieri l'esistenza del CDS, ma sono già amici).
C'è una fase di violenta turbolenza sui mercati, il futuro è molto incerto, mi sembrerebbe strano che il CDS di un Paese direttamente coinvolto in questo bailamme non salisse. Però, anche qui, forse bisognerebbe dire qualche cosa in più. Per esempio, fare un confronto fra il valore assoluto del CDS britannico (attorno a 80) con altri Stati. Vogliamo prendere l'Italia, tanto per fare un esempio?
Come si vede, siamo oltre 180, cioè più del doppio rispetto a quello inglese. Vogliamo continuare a discutere di rischiosità?
Sì, perché la Brexit ha fatto male soprattutto al mercato azionario, o per essere più precisi al mercato azionario riguardante il settore finanziario, o per andare ancora più a fondo ha sostanzialmente travolto le banche italiane, grandi o piccole che fossero.
I grafici che seguono mostrano lo storno del listino inglese (che riporta a valori di metà 2015), lo storno di quello italiano (precipitato ai minimi da fine 2012), la caduta libera delle banche nel nostro Paese.
Però, a guardare bene, la Brexit è solo una piccola parte di una perdita di valore che, da inizio 2016, sembra inarrestabile. Se non fosse che i giornaloni, i media tutti, gli "opinionisti", i politologi, per non parlare degli economisti, non ne hanno fatto alcun cenno, mi verrebbe da pensare che questa terribile debolezza, questa mancanza di anticorpi che trasforma un banale raffreddore in una broncopolmonite, sia dovuta al combinato disposto di due eventi verificatisi proprio a cavallo del nuovo anno: l'entrata in vigore delle norme sul bail-in, anticipate dall'esecrando decreto legge sulle "quattro banche", la valutazione - molto al di sotto dei valori di bilancio - dell'enorme stock di sofferenze detenuto dagli istituti italiani, desumibile sia dal succitato decreto legge, sia dalle letterine schizofreniche inviate dalla BCE in occasioni di recenti aggregazioni di popolari.
Il problema vero, dunque, non è uscire dall'UE (e la Gran Bretagna lo dimostrerà, facendo mangiare un'ala di fegato alle élites di Bruxelles, escluso Juncker che il fegato non lo ha più da tempo). Il problema vero è restare nell'Unione Monetaria, che non solo porta all'azzeramento dei tassi, alla deflazione e, in ultima analisi, a una perenne crisi di domanda, cioè - per le banche - a scarsa redditività e all'esplosione delle sofferenze, ma crea anche un ambiente legale che, invece di attutire questi problemi, agisce da moltiplicatore, fino alla catastrofe.
Il nostro governo di cialtroni, vista la malaparata, cerca di correre ai ripari. Come al solito, però, ha poche idee, però quelle poche sono particolarmente confuse. Soprattutto quando devono confrontarsi coi padroni di Bruxelles, e allora diventano subito cagnolini scodinzolanti..@TotiNoEuro @poliziana Il disastro del sistema bancario europeo è il bail in... amplifica gli shock invece di ammortizzarli— Claudio Borghi A. (@borghi_claudio) 27 giugno 2016
Siamo partiti così, proponendo aiuti pubblici per 40 miliardi in aumenti di capitale o garanzie.
— Pedro da Costa (@pdacosta) 27 giugno 2016Poi, siccome si è capito che si trattava di mossa non solo un tantino rischiosa (la Troika è sempre dietro l'angolo; e infatti oggi Linkiesta riciccia l'idea di utilizzate l'ESM come back-stop in caso di crisi sistemiche del settore bancario), ma anche leggermente invisa a un corpo elettorale che non arriva alla fine del mese "perché per il welfare mancano i soldi" ma in compenso nota che, in certe circostanze, i soldi si trovano sempre, si è ripiegato su strumenti più consolidati (nel senso che è fatto consolidato che NON funzionano).
Insomma, invece di 40 miliardi al massimo saranno 4. E con 4 miliardi, parliamoci chiaro, al massimo si mette una toppa al buco più grande, cioè a Mps. Se non che, come si sa, nessuno strappa un pezzo da un vestito nuovo per metterlo ad un vestito vecchio; altrimenti strappa il nuovo, e il pezzo tolto dal nuovo non si adatta al vecchio. E nessuno mette vino nuovo in otri vecchi; altrimenti il vino nuovo rompe gli otri, il vino si spande, e gli otri vanno perduti.
Forse memore del dettato evangelico, il nostro premier si è dunque definitivamente ringambato.
Ovviamente Renzi dice il falso. Le nostre banche hanno bisogno d'aiuto. Le regole europee, però, vietano qualsiasi intervento razionale. Ci avviamo dunque verso il baratro, cioè verso la Troika. Dopo, almeno, anche quella parvenza ridicola di democrazia che è rimasta dal 2011 in avanti in Italia sarà spazzata via, ed a molti si apriranno gli occhi. Troppo tardi.*RENZI: AL MOMENTO NON È NECESSARIO UN INTERVENTO PER LE BANCHE— nero (@federiconero) 28 giugno 2016
Si ritorna al punto di partenza.
La democrazia.
E anch'io voglio dire la mia, semplicemente citando le parole dei classici, senza scimmiottarle o fraintenderle.
"Abbiamo una costituzione che non emula le leggi dei vicini, in quanto noi siamo più d’esempio ad altri che imitatori. E poiché essa è retta in modo che i diritti civili spettino non a poche persone, ma alla maggioranza, essa è chiamata democrazia: di fronte alle leggi, per quanto riguarda gli interessi privati, a tutti spetta un piano di parità, mentre per quanto riguarda la considerazione pubblica nell'amministrazione dello stato, ciascuno è preferito a seconda del suo emergere in un determinato campo, non per la provenienza da una classe sociale ma più che per quello che vale. E per quanto riguarda la povertà, se uno può fare qualcosa di buono alla città, non ne è impedito dall'oscurità del suo rango sociale.
Liberamente noi viviamo nei rapporti con la comunità, e in tutto quanto riguarda il sospetto che sorge dai rapporti reciproci nelle abitudini giornaliere, senza adirarci col vicino se fa qualcosa secondo il suo piacere e senza infliggerci a vicenda molestie che, sì, non sono dannose, ma pure sono spiacevoli ai nostri occhi.
Senza danneggiarci esercitiamo reciprocamente i rapporti privati e nella vita pubblica la reverenza soprattutto ci impedisce di violare le leggi, in obbedienza a coloro che sono nei posti di comando, e alle istituzioni, in particolare a quelle poste a tutela di chi subisce ingiustizia o che, pur essendo non scritte, portano a chi le infrange una vergogna da tutti riconosciuta...
Riuniamo in noi la cura degli affari pubblici insieme a quella degli affari privati, e se anche ci dedichiamo ad altre attività, pure non manca in noi la conoscenza degli interessi pubblici. Siamo i soli, infatti, a considerare non già ozioso, ma inutile chi non se ne interessa, e noi Ateniesi o giudichiamo o, almeno, ponderiamo convenientemente le varie questioni, senza pensare che il discutere sia un danno per l’agire, ma che lo sia piuttosto il non essere informati dalle discussioni prima di entrare in azione. E di certo noi possediamo anche questa qualità in modo differente dagli altri, cioè noi siamo i medesimi e nell'osare e nel ponderare al massimo grado quello che ci accingiamo a fare, mentre negli altri l’ignoranza produce audacia e il calcolo incertezza. È giusto giudicare superiori per forza d’animo coloro che distinguono chiaramente le miserie e i piaceri, ma non per questo si lasciano spaventare dai pericoli.E anche per quanto riguarda la nobiltà d’animo, noi ci comportiamo in modo opposto a quello della maggioranza: ci procuriamo gli amici non già col ricevere i benefici ma col farli. Chi ha fatto il favore è un amico più sicuro, in quanto è disposto con una continua benevolenza verso chi lo riceve a tener vivo in lui il sentimento di gratitudine, mentre chi è debitore è meno pronto, sapendo che restituisce una nobile azione non per fare un piacere ma per pagare un debito. E siamo i soli a beneficare qualcuno senza timore, non tanto per aver calcolato l’utilità del beneficio ma per la fiducia che abbiamo negli uomini liberi...".
È Tucidide.
È Pericle.
Bravo.
RispondiEliminaSenza parole.
EliminaSe in questo Blog c'è qualcosa di buono, lo devo a goofynomics.
Grazie.
Senza parole.
EliminaSe in questo Blog c'è qualcosa di buono, lo devo a goofynomics.
Grazie.
Parole molto belle, che nel mare di farneticazioni con cui ci stanno sommergendo i media dopo la vittoria del Leave aitutano a focalizzare le cose davvero importanti.
RispondiEliminaGrazie!
EliminaGrandissimo! Diffonderò a valanga...
RispondiEliminaNel rallegrarmi per il tributo (meritatissimo) datone dal Prof. Alberto Bagnai, concordo con te caro Luca sull'enorme valore che si ritrova in goofynomics uno dei pochi fari di luce in un universo di oscurità. In proposito ricordo uno dei migliori interventi condiviso da: Francesco Maria Pellegrini
RispondiElimina24.06.2016
"Inutile che quelli della #Bocconi continuano a #ragliare su tutte le #TV.
In tutta onestà, Alberto Bagnai #Bagnai ha vinto e loro hanno perso. E' bastato poco: è bastato dire la verità."
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"L’Euro contro l’Europa?" : Alberto Bagnai 07/12/2013
https://vimeo.com/82112793
- @marcomariaricci
Grazie. E grazie anche per l'attento controllo ortografico! ;-)
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