Secondo Schäuble, in questo modo i Titoli di Stato diverrebbero asset intrinsecamente più rischiosi, così da ridurre l'incentivo dei governi ad accumulare debito e aumentare la propensione delle banche a prestare all'economia reale, senza imbottirsi di bond governativi (ricordo che Schäuble da sempre lotta contro le regole di vigilanza che considerano i Titoli di Stato strumenti privi di rischio ai fini del calcolo dell'assorbimento patrimoniale).
Ovviamente le cose non stanno così, e Bastasin lo evidenzia: "anziché imporre una sana disciplina ad alcuni Paesi membri, il nuovo regime potrebbe ampliare i differenziali di rendimento dei Titoli di Stato e rendere impossibile la convergenza dei debiti, aumentando la probabilità di rottura dell’Eurozona".
Tradotto: una proposta di questo tipo, qualora si traducesse in una norma positiva, comporterebbe un'immediata divaricazione degli spread fra Paesi del centro e Paesi della periferia (i famosi PIGS... per quelli che l'Unione Europea ci affratella: i vostri cari fratellini vi danno senza tanti giri di parole dei "maiali"), dunque un forte aumento degli interessi passivi dovuti dall'Italia e - nel contempo - una violentissima svalutazione dei Titoli governativi detenuti dalle banche (vi ricordate il disegnino qui?), pertanto - in ultima analisi - la necessità per il nostro governo di ricorrere al sullodato MES con conseguente haircut sul debito sovrano, ulteriori crisi bancarie, e così via.
In sostanza, si tratterebbe della prima profezia auto-avverante tradotta in legge. Una profezia che, vorrei sottolineare, farebbe in un colpo solo saltare il sistema bancario italiano, imporre al governo di ricorrere al MES (e, dunque, alla Troika), far perdere a voi (noi) tutti i risparmi accumulati. Per quelli che tanto io mica ce li ho 100.000 Euro in banca, riporto questo simpatico tweet:
Chi lo dice a @claudiocerasa che nelle 4 banche i depositi <100k sono pari a €12miliardi e che il FIDT ne ha solo 2? https://t.co/il7QUJq55x
— Giuseppe Liturri (@giuslit) 28 Dicembre 2015
Bene. È di sicuro già molto. Ma non è tutto.Bastasin (personaggio che, peraltro, ricordiamo sempre con affetto) aggiunge che la proposta di Berlino sarebbe volta anche ad impedire il ricorso degli Stati membri - in particolare, Italia e Francia - alle clausole di flessibilità: "nelle trattative coi primi ministri dell’Eurozona..., Juncker è stato costretto a scegliere tra autorizzare i governi in carica ad ampliare i loro deficit per ogni sorta di ragioni oppure fomentare i movimenti populisti anti-europei che vogliono mandare all'aria l’intera unione monetaria. Questa specifica debolezza nella coordinazione delle politiche fiscali a livello centralizzato ha convinto le autorità tedesche a chiedere la decentralizzazione dei rischi e un controllo depoliticizzato...", attraverso la separazione "della funzione di supervisione svolta dalla Commissione dal suo ruolo nell'orientare le scelte politiche". Eventualmente, anche creando "una nuova istituzione tecnica e indipendente". D'altronde, "se questi meccanismi dovessero ancora fallire nel tenere a freno il debito pubblico, allora la minaccia di un semplice meccanismo automatico di ristrutturazione del debito farà il trucco: i mercati diventeranno subito estremamente sensibili alla mancanza di disciplina fiscale, e puniranno ciò che i politici perdonano".
In queste poche righe c'è tutto un mondo, che descrive al meglio la distopia europeista.
In sostanza, dicono i nostri confratelli tedeschi (precisiamo: non i tedeschi, bensì quella parte di élites tedesche che influenzano il proprio governo e, tramite quello, le istituzioni europee), i popoli europei - ivi compresi, ahimé, quelli del sud - vorrebbero mantenere il tenore di vita faticosamente costruito dopo la Seconda Guerra Mondiale, un tenore di vita basato su un ampio sistema di welfare, politiche per l'occupazione, sanità e scuola pubblica, pensioni decorose. Addirittura, i Paesi più scandalosi (d'altronde... sono cattolici!) hanno riportato questo sistema nero su bianco nelle proprie Costituzioni. A causa di queste incivili aspirazioni, i sullodati popoli votano per coloro che, ritengono, possa garantirne il perseguimento (Marine Le Pen in Francia, Orbán in Ungheria, la Lega in Italia) e la Commissione - invece di schiacciare questi rigurgiti edonistici sotto il tallone dell'austerity, come tanto bene è riuscito in Grecia - ha talvolta avallato qualche concessione.
Lo capite? Schäuble, ancora una volta, sta dicendo che stare nell'Euro significa sposare l'austerità e che - in altri termini - un'altra Europa, o un altro Euro, non possono esistere. Lo dice Schäuble, non qualche così detto no-Euro.
In questo senso, mi sembra interessante quello che scrive, sulla questione, Bill Mitchell. Nel caso in cui la proposta in questione divenisse legge, "a recession would become almost guaranteed, the deficit would worsen as the tax revenue collapsed further, and the government would be forced to default on its outstanding euro liabilities. The only way out would be exit. In other words, the logical extension of the German proposal is that nations, which find themselves mired in recession, would exit". O recessione, o uscita. Altro non c'è, nell'Eurozona.
Spero che il ragionamento sia chiaro e distolga dall'errore, una volta per tutte, i tanti "questisti". Se non basta, potete anche leggere qui:
Il Pedante – Il questismo tra seduzione e conservazione https://t.co/6iEOal9chn
— Pietro Barnabe` (@PietroBarnabe) 13 Novembre 2015
Tiremm innanz.Schäuble (o Bastasin, non so) non si ferma qui. Aggiunge che tutte queste aberrazioni derivano dal fatto che la Commissione non è abbastanza "depoliticizzata". Cioè, in Italiano corrente, è ancora troppo legata al processo democratico. Questo, peraltro, lo aveva spiegato molto bene Monti, quando - interrogato da Federico Rampini sul "perché la Commissione europea avesse accettato di diventare il capro espiatorio su cui scaricare l’impopolarità dei sacrifici" - rispondeva che ciò dipendeva, "tutto sommato, [dal fatto che] alle istituzioni europee interessava che i Paesi facessero politiche di risanamento e hanno accettato l’onere dell’impopolarità essendo più lontane, più al riparo, dal processo elettorale" (Rampini, Intervista sull'Italia in Europa, p. 40 e ss.).
Monti, d'altronde, è questo:
Ma non finisce il cielo.
Secondo Schäuble, un modo per risolvere la questione sarebbe la creazione di "una nuova istituzione tecnica e indipendente". Vi ricorda qualcosa? Acqua... fuochino.. fuoco! "Conformemente all'art. 108 del Trattato, nell'esercizio dei poteri e nell'assolvimento dei compiti e dei doveri loro attribuiti dal trattato e dal presente statuto, né la BCE, né una banca centrale nazionale, né un membro dei rispettivi organi decisionali possono sollecitare o accettare istruzioni dalle istituzioni o dagli organi comunitari, dai governi degli Stati membri né da qualsiasi altro
organismo..." (art. 7 dello Statuto del SEBC e della BCE). Ora capite cosa si intende quando si parla di "organismo indipendente"? Si parla di qualcosa che sia "indipendente" dai parlamenti e dai governi eletti dai cittadini, "indipendente" dai popoli europei, in ultima analisi "indipendente" dal concetto stesso di democrazia (sulla questione BCE, trattata in modo interessantissimo e quasi paradossale, potete andare a leggere qui).
Se poi anche questo non bastasse, ecco pronta la bomba atomica economica. "Se questi meccanismi dovessero ancora fallire nel tenere a freno il debito pubblico, allora la minaccia di un semplice meccanismo automatico di ristrutturazione del debito farà il trucco: i mercati diventeranno subito estremamente sensibili alla mancanza di disciplina fiscale, e puniranno ciò che i politici perdonano". Per chi ha vissuto la deposizione di B. nel 2011 - tanto cara al giornalino di regime (v. foto accanto) - e l'ascesa del sempre esecrando Super Mario (fantastico Alessandro Greco qui), non c'è neppure da spiegare alcunché. Per chi invece fosse stato distratto (auto nuova, fidanzata nuova, non so), si ribadisce che tutta la costruzione europea, da Maastricht in poi, ha avuto come solo scopo quello di comprimere vieppiù il potere statale attraverso l'asservimento dei governi alle forze della finanza internazionale. E ciò non come eterogenesi di fini nobili (il "sogno" di Ventotene), ma come obiettivo principale, al fine di togliere alla sullodata finanza qualsiasi parvenza di controllo o limitazione.
Eh, ma è il mercato! Eh, ma è la globalizzazione!
Il divorzio fra Tesoro e Banca d'Italia è il mercato? I parametri di Maastricht li ha imposti la globalizzazione? Sono state oscure forze aliene a far abrogare il Glass-Steagall Act (chi ha fatto abrogare il nostro vecchio Testo Unico Bancario per adottare quello nuovo, invece, è abbastanza noto)? No. Non sono stati né il mercato, né la globalizzazione, né la Cina, né la signora TINA. Sono stati i nostri politici, asserviti - chi per fede, chi per opportunismo, chi per imbecillità - ai voleri di lobby che, lentamente, stanno svuotando dall'intero la nostra democrazia, la nostra Costituzione, il nostro stile di vita.
Se tutto questo non vi basta, legge Barra Caracciolo. Se non vi basta nemmeno quello, beati voi.
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