Insomma, ho scoperto che S. Matteo è leghista.
Sì, perché - mi spiegava chi se ne intende - al giorno d'oggi i populisti che difendono il Presepe (che vuol dire greppia, per l'appunto) non pensano che Giuseppe e Maria sono due profughi e che Gesù nasce poverissimo in una stalla, come un migrante qualsiasi. Se non che, per Matteo la Sacra Famiglia a Betlemme ci abita da sempre (quello che "non c'era posto per loro nell'alloggio" è Luca); al massimo sfolla in Egitto, ma dopo un paio d'anni torna a casa... evento raro, di questi tempi di sbarchi a ripetizione.
I più immaginifici hanno addirittura cercato di trovare gli antenati dei disperati giornalmente traghettatici dagli scafisti nei Magi d'oriente; il che sarebbe come dire che è un migrante anche Obama quando fa compie un viaggio di Stato all'estero. D'altronde, anche in questo caso i fenomeni del Natale cascano male, perché Luca al posto di cammelli e oro e incenso e mirra mette in scena una banda di comuni pastori (ah Luca, che cattivo gusto, sempre a parlare di poveri...).

Natale è il giorno in cui si fa memoria della nascita, nella città di Davide, di un Salvatore, che è il Cristo Signore (Lc 2,10-11, che richiama Is 9,5 e Mi 5,1). Dio guarda con sollecitudine non solo il Suo popolo, ma tutte le Nazioni, poiché Colui che nasce è figlio di Davide e figlio di Abramo (Mt 1,1), "corno di salvezza" per Israele e "aurora... per risplendere su quelli che giacciono nelle tenebre" (Lc 1,69.78-79). Non a caso la Chiesa, con intelligenza pastorale, ha sovrapposto il Natale alle feste pagane connesse al solstizio di inverno.
Natale, al contrario, non è il giorno in cui cade dal cielo un ciccione rosso con la sbornia da Coca Cola, o in cui siamo tutti talmente più buoni che si riesce anche a far fallire qualche squalo della finanza taroccando il report sulla raccolta delle arance, o in cui prima si mangia tutti insieme fino a sentirsi male e poi la smaltiamo pian pianino al cinema.
Lasciamo perdere le attualizzazioni fasulle e pensiamo - in un periodo così difficile come quello attuale - al messaggio radicalmente rivoluzionario di Colui che è nato. "Se io scaccio i demoni con il dito di Dio, è giunto a voi il regno di Dio!” (Lc 11,20). E questo messaggio è distillato in quei capolavori di teologia che sono i due racconti dell'infanzia, quello di Luca e - appunto - quello di Matteo. Basta capirli, senza violentarne il significato. Un regalo azzeccato, per una volta, potrebbe allora essere un libro come questo:
Almeno, è un po' più serio dell'ultima fatica di Bruno Vespa (e non è la solita cravatta).
Nessun commento:
Posta un commento