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venerdì 19 agosto 2016

Montepaschi #4 (se sbaglio mi corrigerete)

Chiedo spiegazioni. Ogni chiarimento nei commenti sarà ben accetto e anzi benedetto. Io alzo bandiera bianca.

Atlante 2 ha in cassa circa 700 milioni di Euro da parte di soggetti ricollegabili al perimetro pubblico (SGA e CDP). Per rispettare i vincoli onde non rientrare nella disciplina degli Aiuti di Stato, è pertanto necessario che raccolga somme per complessivi 3 miliardi e mezzo di Euro. Che è infatti il target del fondo da qui a luglio 2017. Ora siamo a un miliardo e 700 milioni: dei 700 milioni si è già detto, mentre il miliardo è una rimanenza del glorioso Atlante 1.
Qualcuno ha ironizzato sulla manina pubblica al liberista Penati. Ma noi non cadiamo in queste trappole di cattivo gusto.
Dove trovare, quindi, i soldi? Le Casse professionali si sono, giustamente, smarcate, anche se io credo che Matteo un ultimo tentativo proverà a farlo: privatizzazione e abbandono di ogni velleità di liberalizzazione delle professioni a fronte di qualche soldo buttato sul falò degli NPL di Montepaschi. La delega inserita nel c.d. Jobs Act del lavoro autonomo, che intende devolvere ad avvocati, notai, architetti e ingegneri importanti funzioni pubbliche in materia di contenzioso e di edifici mi pare vada in questo senso. Dal settore assicurativo non arrivano chissà quali cifre e i nomi che circolano sono sempre gli stessi (Generali, attualmente in altre faccende affaccendata, Unipol).
Tra l'altro, quello che ha racimolato finora Atlante 2 lo ha già speso, impegnandosi a sottoscrivere la tranche mezzanine degli NPL di Montepaschi; i soldi per ripetere l'operazione con Veneto Banca e Popolare di Vicenza proprio non ci sono.
E dunque? Davvero il governo pensa di coinvolgere investitori stranieri in un progetto in cui si acquistano sofferenze - valutate dal mercato 20c - addirittura a 33c, soltanto perché Mps garantisce a Atlante il 7% del capitale dopo l'aumento in warrant?

L'allucinante progetto del management di Montepaschi prevede l'attribuzione ai soci - mediante costituzione e immediata riduzione di una riserva sovrapprezzo azioni; in sostanza: tramite i soldi messi con l'aumento di capitale - di un diritto di opzione sulle junior notes rivenienti dalla cartolarizzazione delle sofferenze. Lo strumento in cui è incorporata l'opzione potrebbe anche essere quotato. Io una cosa del genere non l'avevo mai sentita e mi lascia perplesso, ma sicuramente l'ignoranza è mia: vedremo se funziona.
Dunque, se ho capito bene, di 5 miliardi di Euro di aumento di capitale, 1 serve per coprire il differenziale di prezzo fra il valore di bilancio degli NPL netti e il prezzo di cessione dei medesimi e un altro miliardo e mezzo per tappare il buco che si aprirà nel veicolo di cartolarizzazione, una volta passata agli azionisti della Banca la tranche più rischiosa dei nuovi bond.
Se ho capito male, di nuovo chiedo lumi. E non per artificio retorico.
Se però le cose stanno così, siamo sicuri che - nonostante l'apertura della BCE rispetto alla sterilizzazione della "ricalibrazione delle serie storiche" - i 5 miliardi previsti dal C.d.A. di Montepaschi siano davvero sufficienti per il rispetto dei requisiti patrimoniali imposti dalla BCE, soprattutto in un contesto di tassi bassi (e dunque, infimi ricavi) come quello attuale?
E ancora: in attesa di leggere il piano industriale che sarà presentato il mese prossimo, davvero si troveranno investitori vogliosi di mettere così tanti soldi su una banca piena di problemi come Mps, oppure si assisterà alla triste riedizione degli aumenti delle popolari venete? Tra l'altro, tra i 5 gli 8 miliardi devono essere cacciati anche per Unicredit.
Certo, c'è il consorzio di garanzia, ma quale sia il suo perimetro di intervento non è stato reso di pubblico dominio (per ora siamo solo a un pre-accordo). Presumo abbastanza ampio, viste le commissioni richieste da JP Morgan (per l’aumento di capitale sono 230 milioni di Euro; per la costituzione del veicolo che compra le sofferenze 50 circa; poi c'è il prestito ponte in attesa della GACS, che se è usato per sei mesi fanno 150 milioni tra interessi e commissione up-front, se no molto di più; insomma 500 milioncini tranquilli tranquilli). JP Morgan che, badate bene, ci guadagna in ogni caso, perché a garanzia dell'operazione saranno poste le stesse sofferenze acquistate da Atlante, valutate però non a 33, ma a 18: se il veicolo che le cartolarizzerà fallisse, in sostanza, la banca americana risparmierebbe, subito subito, quasi un miliardo e 400 milioni di Euro).

Infine un'ultima questione, a cui pochi pensano, ma che è invece molto importante.
Atlante 2, che compra crediti in sofferenza a prezzi stratosferici, deve comunque garantire qualche ritorno ai propri azionisti (che, ricordiamolo, sono altri soggetti finanziari, i quali non si possono permettere di perdere troppo denaro dall'operazione). A tal fine, bisogna che chi gestirà le procedure di recupero entri velocemente in possesso e venda al meglio i beni posti a garanzia del prestito.
Circa il 70% delle sofferenze bancarie italiane è nei confronti di imprese e, pertanto, le famose "garanzie" degli NPL sono capannoni, macchinari, o beni personali dell’imprenditore.
D'altronde, le quotazioni degli immobili in generale e di quelli industriali in particolare continuano a non mostrare alcun segno di ripresa.
La domanda è allora abbastanza scontata: il salvataggio delle banche, si tradurrà in una ondata di pignoramenti e aste che soffocheranno ancor di più l'economia italiana, comportando la chiusura di altre imprese e un deprezzamento ulteriore degli immobili?

Entro fine anno vedremo. Per ora la fiducia regna sovrana.

(Io per sicurezza me ne vado una settimana in vacanza...).

1 commento:

  1. Complimenti. Spiegazione lucida e chiara: più di così non si può...il cruccio è che rimane una spiegazione per addetti ai lavori, difficilmente raggiungibile dal risparmiatore "comune" (passami il termine).
    Grazie, proverò a diffondere.
    @mauroallianz

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