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lunedì 2 maggio 2016

Matteo e i sassolini nelle scarpe (ciao, rimborsi, ciao!)

Sinceramente, non avevo mai visto Matteo così nervoso. All'ultima conferenza stampa, dopo il Consiglio dei Ministri, si è mostrato teso, polemico, talmente sopra le righe da risultare a tratti quasi involontariamente comico (vedasi l'elogio di Carrai).
Penso che sia un buon segno (per noi).
Ciò nonostante, visto che l'argomento principale dell'incontro con i giornalisti era l'ennesimo decreto sul nostro disastrato sistema bancario, qualche dubbio - rispetto alle certezze monolitiche del Presidente del Consiglio - è pur bene cercare di crearlo.
Dunque, secondo il verbo renziano, il decreto si compone di tre pari: una che è volta ad accelerare il recupero crediti da parte delle aziende bancarie, una che attiene ai rimborsi delle quattro banche oggetto di pseudo-risoluzione a dicembre 2015, l'ultima riguardante disposizioni varie tra cui quelle sui crediti di imposta delle banche (detti normalmente DTA) e sugli esodi incentivati.

Iniziamo dalle norme sui rimborsi automatici agli obbligazionisti delle quattro banche (il resto ai prossimi post). Al nostro Presidente pare di aver fatto chissà quale genialata, dice addirittura di volersi togliere qualche sassolino dalle scarpe (senza preoccuparsi, invece, dei sassi che possiede altrove).
"La Merkel ha messo nel sistema bancario 247 miliardi di Euro, noi invece - sbagliando - non ci abbiamo messo niente". "Questo governo ha risolto la questione delle banche popolari, attesa da decenni... Ha messo in una rete di sicurezza (anzi, di auto-sicurezza) le banche di credito cooperativo".
A me spiace ripetermi. Però con questi non si può fare diversamente.
La Merkel ci ha messo 247 miliardi di Euro tra il 2008 e il 2012, quando le banche tedesche si sono trovate in situazione critica a seguito della crisi finanziaria derivante dallo scoppio della bolla dei sub-prime prima e del fallimento di Lehman Brothers poi. Gli istituti italiani, di contro, hanno oggi gravi problemi di sofferenze determinatisi, in particolare, dal deterioramento dell'economia italiana a seguito di politiche di austerità imposte proprio dalla Germania, da fine 2011, per rientrare almeno in parte dei crediti concessi ad minchiam negli anni precedenti (vedi il grafico qui accanto). E chi le doveva fare le politiche bancarie alla tedesca? Monti? Da fine 2012, d'altronde, le cose cambiano anche a livello normativo: la crisi cipriota segna un punto di non ritorno.
(Parentesi. Quanto ha voluto imparare da tutta questa storia la vigilanza lo trovate qui).
Dunque, le cose sono due: o Renzi confonde scientemente e in mala fede il culo con le quarantore, o parla a vanvera e di ciò che non conosce. Oppure, come spesso gli accade, entrambe le cose insieme.
Rivendicare poi la riforma delle banche popolari proprio nella settimana di Atlante e dell'aumento di capitale espropriativo della Popolare di Vicenza, mi sembra sinceramente un autogol non da lui, frutto - credo - di una crescente perdita di lucidità.

Per non parlare del riferimento alle banche di credito cooperativo.
Fatta la premessa, veniamo ai rimborsi.
Sinceramente, se non avessi sentito le parole del Capo, non ne avrei parlato. Non perché non sia interessante, o perché non vi siano cose da dire. Semplicemente perché c'è già chi ha detto tutto, e bene.
Requisitoria (Borghi).
Amorale della fava (Palombi).
Sì, perché i rimborsi automatici (quelli cioè senza arbitrato, in modo da evitare la probatio diabolica del raggiro da parte del losco impiegato bancario, come se fosse colpa sua) sono legati - fra l'altro (ma del resto parliamo dopo) - alla data di acquisto dei titoli e al reddito di chi li ha acquistati (non ho capito, ma la colpa è sicuramente mia, se il reddito è quello attuale, quello al momento dell'acquisto, una media triennale...).
Dunque, la data di acquisto. Certo, in alcuni casi si possono verificare delle modifiche legislative, o delle notizie portate a conoscenza del vasto pubblico, o degli eventi in genere, che modifiche radicalmente una situazione di fatto, rendendo certamente ragionevole discriminare comportamenti sulla base del loro essersi verificati prima o dopo l'evento medesimo.
E qual è, in questo caso, l'evento? È la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale delle Comunità Europee della Direttiva BRRD.
La Gazzetta Ufficiale. Delle Comunità Europee. La Diretta BRRD.
Più diffusa di Topolino.
Più chiara e discussa di Gente.
Annoto che Padoan, quando ha pronunciato la frase, è rimasto serissimo. Complimenti all'autocontrollo.
(Altra parentesi, per tutti quelli che: "eh, vabbè, l'ha detto Borghi, lui è della Lega". Primo: se non credi a Borghi perché è della Lega e poi hai votato o voti per il PD, direi che è bene che tu ti faccia vedere subito e da uno bravo. Secondo, per gli altri non ancora in TSO: forse vi sfugge che questo ragionamento è un comico ribaltamento del principio di autorità che - mi pare di ricordare - è stato abbandonato, perché ritenuto leggermente obsoleto e forviante, circa quattrocento anni fa. Lo vogliamo ripristinare ora? Forse è meglio di no. Terzo, per molti ma non per tutti: il suddetto Borghi, ultimamente, ha fatto un paio di polemicucce che, a posteriori, sono risultate drammaticamente centrate e cogenti. Prendiamone atto).

Poi c'è la faccenda dei 35.000 Euro lordi massimi di reddito annuo (io, fortunatamente, ho il dossier titoli vuoto; se avessi avuto queste obbligazioni, non sarei rientrato nei rimborsi automatici per 1.500 Euro, cosa che mi avrebbe comportato qualche complicazione epato-biliare).
Sarò duro, anzi sono sicuramente molto duro, ma mi sfugge che cosa c'entri il reddito di una persona col fatto di essere stata sostanzialmente truffata dal proprio governo. Perplesso, ho esposto i miei dubbi anche su Twitter.
Pare sia davvero così.
Prendiamo atto.
Quali sassolini ci siano da togliersi dalle scarpe dopo aver concepito e prodotto delle norme di questo genere, lo sa solo Matteo.

Ma non basta.
No!
C'è di più!
Sì, perché sempre secondo l'ineffabile Padoan, il rimborso automatico massimo (pari all'80%... di che? Boh, del nominale? Del costo storico di acquisto dei titoli? Appena leggiamo il decreto magari lo capiamo), il rimborso automatico massimo - dicevo - verrà decurtato del differenziale di interesse effettivamente percepito da ciascun bond-holder per effetto del maggior rendimento delle obbligazioni subordinate rispetto ai BTP.
Traduco. Poniamo che io abbia comprato 10.000 Euro di subordinate Banca Etruria e le abbia detenute per tre anni prima della fatidica data di risoluzione dell'istituto. Poniamo anche che il rendimento fosse del 7% annuo lordo a fronte di un rendimento del BTP decennale del 2,5% annuo lordo (tralascio l'ovvia considerazione che il BTP è tassato al 12,5% mentre la subordinata al 26%, talmente ovvia che, almeno da quel che se ne sa, gli scienziati del Ministero si sono scordati di farla). Io ho ricevuto, nei tre anni, un extra-rendimento del 7% - 2,5% = 4,5%, che cumulato dà 4,5% x 3 = 13,5%. Dunque io non riavrò l'80% di ciò che ho pagato a suo tempo, ma soltanto l'80% - 13,5% = 66,5%. E tanti saluti.
Anche questa decisione mi è sembrata da subito un attimino fuori luogo. Ma sono domande ingenue, da giovane (dentro). Infatti mi è stato subito fatto notare che non solo è ovvio, ma anzi che - come nei migliori romanzi con delitto - tutto si tiene.
(Zirp, per chi non lo sapesse, significa zero interest rate policy).
A vergogna si aggiunge vergogna.
Sì, perché il buon Renzi, tra le righe, l'ha fatto capire: se tu investi in titoli che rendono più del conto corrente (tra l'altro: si è chiarito che quanto renda un conto corrente lui, Presidente del Consiglio, NON lo sa), eh beh... insomma... sarai stato truffato, ma ti sta quasi bene, perché magari sì, in banca ci hai messo giusto la liquidazione, ma comunque (secondo le logiche perverse del piddino) sei sempre uno speculatore. E non lo posso dire perché - hai visto - c'è ancora 'sto problema che ogni tanto in Italia si vota, ma ti sta quasi bene.
Che poi i soldi sul conto corrente diano ormai un interesse reale negativo, non è considerazione pervenuta. Che poi anche quei soldi lì, se dice male, sono a rischio bail-in, è altra idea che non alberga nelle menti eccelse di chi ci comanda.
Ma lo story-telling, cioè la retorica (quella non fine, né di buon gusto) che si fa propaganda, fortunatamente, funziona sempre meno.

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