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martedì 6 settembre 2016

Taaaaaaacccc! (il metodo Juncker applicato al diritto del lavoro)

Imagine a pot filled with cold water. A frog is quietly swimming in it. The fire is lit under that pot. Water starts warming up. Soon it becomes lukewarm. The frog finds this rather pleasant and keeps swimming. The temperature keeps rising. Water is now warm. It's a little more than what the frog enjoys; it becomes a bit tired, but it doesn't panic. Water is now really warm. The frog finds that unpleasant, but it has also become weak, by now, so the frog stands the heat as it can and does nothing. The temperature will thus keep rising up to the moment the frog will simply end up being cooked and die, without ever extracting itself from the pot.

Wir beschließen etwas, stellen das dann in den Raum und warten einige Zeit ab, was passiert... Wenn es dann kein großes Geschrei gibt und keine Aufstände, weil die meisten gar nicht begreifen, was da beschlossen wurde, dann machen wir weiter - Schritt für Schritt, bis es kein Zurück mehr gibt.

Gutta cauat lapidem, consumitur annulus usu,
atteritur pressa uomer aduncus humo.


Il 5 agosto 2011, la Banca Centrale Europea (a firma franco-italiana) squarcia definitivamente i residui lacerti della nostra supposta sovranità nazionale e spiega per filo e per segno al nostro governo cosa sia tenuto a fare. Nel testo, breve ma denso, si legge anche questo: "il Consiglio direttivo della Banca centrale europea... ha discusso la situazione nei mercati dei titoli di Stato italiani... Ritiene che sia necessaria un'azione pressante da parte delle autorità italiane per ristabilire la fiducia degli investitori... [e] che l'Italia debba con urgenza rafforzare la reputazione della sua firma sovrana e il suo impegno alla sostenibilità di bilancio e alle riforme strutturali... Nell'attuale situazione, riteniamo essenziali le seguenti misure...: a) è necessaria una complessiva, radicale e credibile strategia di riforme, inclusa la piena liberalizzazione dei servizi pubblici locali e dei servizi professionali...;  b) c'è anche l'esigenza di riformare ulteriormente il sistema di contrattazione salariale collettiva, permettendo accordi al livello d'impresa in modo da ritagliare i salari e le condizioni di lavoro alle esigenze specifiche delle aziende e rendendo questi accordi più rilevanti rispetto ad altri livelli di negoziazione...; c) dovrebbe essere adottata una accurata revisione delle norme che regolano l'assunzione e il licenziamento dei dipendenti... [Inoltre], il Governo ha l'esigenza di assumere misure immediate e decise per assicurare la sostenibilità delle finanze pubbliche... [e di] prendere immediatamente misure per garantire una revisione dell'amministrazione pubblica allo scopo di migliorare l'efficienza amministrativa e la capacità di assecondare le esigenze delle imprese...".
Essendo segretissima, ne abbiamo ovviamente anche la fotocopia.




Poiché il governo allora in carica non volle, o non seppe, eseguire gli ordini (o, come dicono quelli à la page, implementare il piano), fu simpaticamente destituito in una notte di follie, e rimpiazzato con i successivi tre esecutivi: il Monti I (di Monti, supportato da PD e PDL), il Monti II (feat. Enrico Letta, supportato da PD e PDL sotto alfaniane spoglie) e il Monti III (feat. Matteo Renzi, supportato dal PD versione nazareno, causa liquefazione del centro-destra).
I quali, obiettivamente, sono stati piuttosto solerti, soprattutto in materia di liberalizzazioni, riduzione della spesa pubblica, a tutto vantaggio del profitto privato (riforma Fornero delle pensioni), licenziamenti facili (ancora la Fornero piagnens, mediante cancellazione de facto dell'art. 18 dello Statuto dei lavoratori), assunzioni senza impegno tipo acquisto di materassi da Mastrota (se sei all'antica hai il contratto a tutele crescenti, se sei più moderno i voucher), attenzione sempre maggiore alla contrattazione di secondo livello (Jobs Act).
In questo blog, di queste cose, si è scritto fino alla nausea.
D'altronde, pare che fosse l'unico modo per rendere il nostro sistema istituzionale, economico e sociale un po' meno bolscevico e, dunque, un po' più attrattivo (come l'Irlanda, per capirsi. O forse è l'esempio sbagliato?).
Il testo integrale delle elucubrazioni di JP Morgan (di maggio 2013... son passati 2 anni dalla letterina di cui sopra) lo trovate qui. Per comodità, comunque, riporto qualche breve estratto.




L'incipit relativo alle riforme costituzionali, invece, lo copio proprio: "at the start of the crisis, it was generally assumed that the national legacy problems were economic in nature. But, as the crisis has evolved, it has become apparent that there are deep seated political problems in the periphery, which, in our view, need to change if EMU is going to function properly in the long run. The political systems in the periphery were established in the aftermath of dictatorship, and were defined by that experience. Constitutions tend to show a strong socialist influence, reflecting the political strength that left wing parties gained after the defeat of fascism. Political systems around the periphery typically display several of the following features: weak executives; weak central states relative to regions; constitutional protection of labor rights; consensus building systems which foster political clientalism; and the right to protest if unwelcome changes are made to the political status quo. The shortcomings of this political legacy have been revealed by the crisis. Countries around the periphery have only been partially successful in producing fiscal and economic reform agendas, with governments constrained by constitutions (Portugal), powerful regions (Spain), and the rise of populist parties (Italy and Greece)".

[Apro parentesi.
Abbiamo visto il disinteressato tentativo di JP Morgan di salvare Montepaschi. Certo, col famoso piano la banca raccatterà qualche centinaio di milioni in commissioni, ma insomma non è questo il punto! Il punto vero era che JP Morgan, se fosse stato solo per Dimon e per Renzi, la banca la risanava e poi se la comprava da sola...


......come arma di ricatto, diciamo......
Cioè, tradotto in fine analisi politica:
Ed è per questo, e solo per questo, cioè soltanto per questo, che i sullodati consulenti pretendono che l'aumento di Mps si tenga dopo il referendum: altrimenti la minaccia viene meno.
Chiusa parentesi].

Si arriva più o meno all'attualità.
I diritti dei lavoratori sono stati massacrati, tra l'altro col consenso dei sindacati che dimostrano, una volta di più, o di non capire o di essere venduti ai vertici (o probabilmente tutte e due le cose).
Basta leggere questo incredibile storify:
Resta solo il problema di questo maledetto contratto collettivo nazionale, quello - per capirsi - che fissa le retribuzioni in contraddittorio fra due parti entrambe dotate di significativa forza contrattuale, quello che - in più di un'occasione - la giurisprudenza di merito e di legittimità ha riconosciuto come parametro per la determinazione della "adeguata" retribuzione a norma dell'art. 36 della Costituzione. Matteo, che evidentemente si ispira a Attila re degli Unni e vuole dunque far vedere di riuscire anche dove gli altri prima di lui hanno fallito, parte lancia in resta.
Qualche apertura inizia a crearsela col Jobs Act. L'art. 51 del D. Lgs. n. 81 del 2015 recita testualmente: "per contratti collettivi si intendono i contratti collettivi nazionali, territoriali o aziendali stipulati da associazioni sindacali comparativamente più rappresentative sul piano nazionale e i contratti collettivi aziendali stipulati dalle loro rappresentanze sindacali aziendali ovvero dalla rappresentanza sindacale unitaria".
Questa norma, dirompente, si salda peraltro a quanto già prodotto dal tandem Berlusconi-Brunetta nel 2011 (art. 8, D.L. n. 138/2011), di cui si è già parlato: "i contratti collettivi di lavoro sottoscritti a livello aziendale o territoriale... possono realizzare specifiche intese con efficacia nei confronti di tutti i lavoratori interessati a condizione di essere sottoscritte sulla base di un criterio maggioritario relativo alle predette rappresentanze sindacali, finalizzate alla maggiore occupazione, alla qualità dei contratti di lavoro, all'adozione di forme di partecipazione dei lavoratori, alla emersione del lavoro irregolare, agli incrementi di competitività e di salario, alla gestione delle crisi aziendali e occupazionali, agli investimenti e all'avvio di nuove attività... Le specifiche intese... possono riguardare la regolazione delle materie inerenti l'organizzazione del lavoro e della produzione con riferimento: a) agli impianti audiovisivi e alla introduzione di nuove tecnologie; b) alle mansioni del lavoratore, alla classificazione e inquadramento del personale; c) ai contratti a termine, ai contratti a orario ridotto, modulato o flessibile, al regime della solidarietà negli appalti e ai casi di ricorso alla somministrazione di lavoro; d) alla disciplina dell'orario di lavoro; e) alle modalità di assunzione e disciplina del rapporto di lavoro, comprese le collaborazioni coordinate e continuative a progetto e le partite IVA, alla trasformazione e conversione dei contratti di lavoro e alle conseguenze del recesso dal rapporto di lavoro... Fermo restando il rispetto della Costituzione, nonché i vincoli derivanti dalle normative comunitarie e dalle convenzioni internazionali sul lavoro, le specifiche intese... operano anche in deroga alle disposizioni di legge che disciplinano le materie richiamate... ed alle relative regolamentazioni contenute nei contratti collettivi nazionali di lavoro".

(Bada! Queste fantomatiche intese andavano a incidere soprattutto su materie la cui regolamentazione è stata spazzata via dal Jobs Act. Proprio un caso buffo!).

Nel frattempo, Matteo manda avanti l'ariete Poletti (qui un esempio fra mille) col bastone......


......mentre lui - sin dall'anno precedente - esibisce la carota del salario minimo (grande invenzione: siccome se è troppo alto porta al lavoro nero, normalmente è fissato troppo basso, in modo da diventare - con gaudio degli imprenditori imbecilli - il salario più diffuso. Chiedere in Portogallo per maggiori informazioni).


Poi, per un po', aspetta. Applica il metodo Juncker.
Come ballon d'essai, manda avanti i professori, nella fattispecie il fratello di Ichino, Tito Boeri e Enrico Moretti, tutti arrotondati ad una tavola del Festival dell'economia (ormai festival di tal fatta si sprecano; io preferivo la sagra del cinghiale, ma questo passa il convento). Il dibattito - il cui titolo era già tutto un programma: divari territoriali e contrattazione: quando l'uguale diventa disuguale - è l'ennesima occasione per "svuotare di fatto il principio della solidarietà fiscale, che aveva costruito la base dello stato sociale, rovesciando la funzione del fisco da garante dell’esercizio dei diritti costituzionali (salute, istruzione, accesso ai beni pubblici) a guardiano degli interessi dell’impresa. La richiesta di rovesciare i meccanismi redistributivi a vantaggio degli interessi forti è un suggerimento al governo a continuare quella politica di riforme, a quanto pare solo abbozzata con il Jobs Act e la proposta di riforma della Costituzione. La prospettiva assume quindi i tratti di un tentativo di ridefinire un nuovo impianto costituzionale, che prevede la 'messa a valore' del pubblico e lo spostamento dell’esercizio della sfera di giurisdizione dallo stato al mercato, il solo che competerà nella definizione dei diritti stessi dei cittadini" (così in un ottimo articolo Marta e Simone Fana). 

Nessuna reazione. Si va avanti.
La scusa è proprio buona.
Addirittura una catastrofe naturale e la necessità di più flessibilità per la ricostruzione (che, tradotto, significa: dare all'Europa i nostri soldi e poi chiederne indietro una minima parte sotto forma di elemosina; immagino che nei regimi coloniali funzioni così).

[Parentesi.
Ovviamente, ci danno anche un piano B. Cioè la distruzione del nostro sistema economico e finanziario, sia pubblico sia privato.
(Ricordo, così tra parentesi, che quest'ultima ideona è stata sponsorizzata ai più alti livelli da alcuni professoroni di supposta nazionalità italiana. Devono avere abolito gli artt. 241 e ss. del codice penale senza che me ne sia accorto. Se no non si spiega).
Chiusa parentesi].

Insomma, dopo 5 anni l'argomento può essere messo tranquillamente all'ordine del giorno, nessuno si scandalizza, nessuno alza le barricate (meno che mai i sindacati). La rana è bollita. Svenderemo anche quest'ultimo pezzo di civiltà del diritto e tanti saluti.

Una lezione e un avvertimento.

LEZIONE.
I viceré italiani sono tollerati dalla potenza coloniale finché sono funzionali a un progetto. A tal fine, devono tirare sempre più la corda, sia pure con l'accortezza di non farsi accorgere troppo, finché la corda si rompe.
Quando la corda si rompe, il viceré è sostituito.
Pertanto: (i) lottiamo per evitare ogni arretramento nella tutela dei diritti sociali, anche il più piccolo, perché ad ogni passo indietro farà seguito un altro, maggiore; (ii) dividersi tra Renzi e minoranza PD o tra Renzi e Di Maio è ridicolo, semplicemente perché accanirsi contro una persona e sperare in un'altra è appunto funzionale al meccanismo di progressiva distruzione del nostro sistema sociale e costituzionale.

AVVERTIMENTO.
Occhio, perché il metodo Juncker ora si sta applicando alla Troika. Se rileggete il blog vedete che tante volte ha fatto capolino.
Ma ora siamo già molto molto molto avanti.

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