Cerca

Pagine

venerdì 16 settembre 2016

La devastazione bancaria europea

Montepaschi resta al centro dell'attenzione per la nomina ad Amministratore Delegato di Marco Morelli. A scandalizzare sono per lo più le modalità con cui è maturata la designazione: prima, Viola è giubilato da Padoan, su incarico di Renzi, per compiacere JP Morgan, che ormai più che garantire un aumento di capitale dispone della banca (o del governo?) come fosse cosa propria; quindi, l'individuazione di Morelli da parte di una società di cacciatori di teste, che chissà quanto ha incassato per fare la foglia di fico a disposizioni venute da ben altri lidi. Morelli, uomo di punta in Italia e in Europa di Merrill Lynch, ma già Vice Direttore Generale di Intesa Sanpaolo e ancora prima a JP Morgan Europa e quindi a proprio a Mps.
Non si è fatto mancare niente, il nuovo Amministratore Delegato. Ha comprato Antonveneta, ha rimediato anche una bella multa da Banca d'Italia.
Quello che è passato un po' più sotto silenzio è il ruolo del personaggio all'epoca bella di Mussari, l'uomo nero del Monte. Morelli, oltre a essere Vice Direttore Generale, è stato a lungo anche Amministratore Delegato di Mps Capital Services, cioè il soggetto giuridico del gruppo che erogava credito alle imprese.
Che erogava credito. Alle imprese. Credito - alle - imprese.
Comunque, mentre succede tutto questo, Atlante - che sarà una operazione di sistema ma intanto si fa gli affari suoi - ha stanziato un mezzo miliardino per ricapitalizzare la Popolare di Vicenza, in modo da permettere alla banca di vendere quasi 2 miliardi di sofferenze a 25 centesimi.
Il che fa molto pensare.
Se la Popolare di Vicenza vende le sofferenze a 25 centesimi, è credibile che Mps le venda a 35, come previsto dal piano talmente sponsorizzato da Viola da essere mandato via con ignominia? E se mezzo miliardo di Atlante se ne va in Veneto, con che cosa le compra Penati le tranche mezzanine del Monte? Oppure crede ancora di fare 3 miliardi di commitment?
Dunque, la cessione delle sofferenze non è più così sicura.
L'aumento, invece, è slittato.
A "dopo il referendum", indipendentemente da quando si tenga.
In questo modo, tutte le banche di affari americane hanno un autunno intero per ricattarci.
Tante volte non bastasse Fitch...
... o un ambasciatore.
Va da sé che si tratta di previsioni con lo stesso grado di attendibilità di quelle che presagivano le cavallette e un paio di glaciazioni, in caso di Brexit, nel Regno Unito (il cui attuale ottimo stato di salute sta dando molto phastidio a più di un sé dicente intellettuale).


Sempre nello Stivale, mentre Montepaschi si avvita su se stessa, è rimandata di giorno in giorno (ora siamo a fine settembre) la vendita delle 4 good bank nate dal vergognoso decreto di fine anno del nostro beneamato governo.
Queste banche sono talmente buone che le poche offerte ricevute in passato sono state rifiutate perché troppo basse, mentre ora - almeno secondo quanto si legge sulla stampa - vi sarebbe sì un interesse di BPER e di UBI, ma condizionato a una riduzione del prezzo in caso di "scoperta" di nuove sofferenze, alla certezza di aver "mano libera" per la riduzione del personale, alla prestazione di una garanzia statale tramite CDP.
Poi ramazziamo anche la stanza, per dirla col poeta.
Al solito, non mi sembra peregrino ipotizzare l'intervento del Fondo Interbancario di Garanzia dei Depositi, che dopo tutte queste operazioni (a partire da quella di Cesena) evidentemente non potrà garantire più nulla.

Dice: certo che in Italia il sistema bancario va maluccio... Ma negli altri Paesi? Tralasciamo la Grecia o il Portogallo (che rappresenta una clamorosa mina vagante di cui nessuno però, chissà perché, parla): come va nell'Europa core?

Nel resto d'Europa va malissimo. Il sistema bancario è tutto al collasso. E perché? Perché per tenere appiccicata alla meglio una moneta che si sgretola ogni giorno di più si è condannato un intero Continente alla stagnazione economica, oltre che alla completa stasi finanziaria (grazie ai tassi a zero).

La Germania, ora che è cambiata la linea editoriale e per non essere costretti a dire che l'Euro non funziona si è comunque autorizzati a parlar male del padrone tedesco, è da tempo all'onore delle cronache.

Siccome tutte e due stanno molto male - Deutsche Bank per gli enormi rischi finanziari e legali presi, Commerzbank per la compressione degli utili dovuta alla politica dei tassi nulli - ovviamente si pensa di risolvere la questione con una bella fusione.
Poi siccome la migliore difesa è l'attacco, ecco la stoccata alla BCE...
...forse rea di non aver aperto, come qualche mese fa, una linea ELA a favore di DBK, in modo da poter tranquillizzare i mercati.
Ma non finisce qui.
Prendo spunto da un interessantissimo articolo tradotto da voci dall'estero, che nota come “Deutsche Bank stia cercando di vendere almeno un miliardo di crediti [su sei totali] per alleggerire la propria esposizione verso un settore, [quello dei crediti commerciali marittimi], i cui creditori stanno finendo sotto scrutinio sempre più attento da parte della Banca Centrale Europea".
Perché? Semplice.
Il commercio mondiale langue. Di conseguenza, le spedizioni marittime vanno maluccio. Le banche esposte, soprattutto quelle tedesche, avendo margini sempre più risicati per la demenziale politica dei tassi zero, rischiano di andare a gambe all'aria.


Ma se Deutsche Bank sta male, a Brema stanno pure peggio. La Landesbank di lì, è esposta verso lo shipping in maniera imbarazzante ed ha necessità di una significativa ricapitalizzazione. Per tale motivo, circa un mesetto fa il Ministro delle Finanze di Brema aveva disinvoltamente dichiarato che la banca avrebbe beneficiato di una cospicua iniezione di denari freschi, da parte non solo del principale azionista (la banca NordLB), ma anche degli altri soci, pubblici: la città di Brema, l’associazione delle casse di risparmio della Renania Settentrionale-Westfalia, nonché lo Stato della Bassa Sassonia.
I mercati hanno reagito bene. A Bruxelles hanno fatto uno sbadiglio e una scrollata di spalle. Unicuique suum.
Poi è successo qualcosa. "Si sarà svegliata la Vestager!", direte voi. Ovviamente no, si tratta solo di beghe politiche interne. Copio pari pari il sopra citato articolo di ZeroHedge: "in un articolo... del giornale tedesco Handelsblatt, intitolato 'Gli aumenti di capitale per le Landesbank in difficoltà sono discutibili', è scritto che 'i crediti deteriorati verso il settore delle spedizioni hanno creato grosse difficoltà alla Landesbank di Brema, e la banca non è più in grado di sopravvivere senza l’aiuto del governo, ma al momento attuale un’iniezione diretta di capitale da parte dello Stato della Bassa Sassonia appare improbabile'... Secondo il presidente della Bassa Sassonia, Stephen Weil, 'un aumento di capitale da parte dello Stato e da parte della città di Brema in favore della banca in difficoltà è, al momento, irrealistico... Il metodo classico, cioè che i partner attuali forniscano essi stessi il capitale necessario, non sembra funzionare'... L’improvvisa caduta della Landesbank di Brema dalle grazie del bail-out sembra l’ultimo atto di un conflitto politico, perché, come nota Handelsblatt, Weil stava rispondendo ai commenti del suo collega Carsten Sieling (socialdemocratico) che escludeva un supporto di capitale per la Landesbank di Brema...".
Non tutto è perduto, però. L'amico americano, con il consueto pragmatismo di quel popolo, continua infatti l'articolo con una fine analisi politologica e istituzionale sul funzionamento del sistema dell'Unione Europea: "a dire il vero è possibile che una soluzione si trovi. La Merkel dovrebbe concedere il salvataggio tramite bail-out non solo alla Landesbank di Brema, ma anche a una banca italiana, dato che le due andrebbero mano nella mano".
A meno che, per compiacere gli elettori teutonici, drogati da vent'anni di bugie e propaganda, Angela non decida di sacrificare anche "una dei loro".


In Germania, no. In Italia, no. In Portogallo, no. In Grecia, Dio ci liberi. porteremo i soldi in Svizzera. Sì, ecco...
Secondo i principali analisti finanziari, UBS, Credit Suisse e Julius Baer si trovano tutti al centro della c.d. "tempesta perfetta".
I clienti stanno progressivamente riducendo i propri rischi, scelgono prodotti con margine più basso e continuano nel deleveraging dei loro portafogli, i tassi sono molti bassi, i ricavi ricorrenti pertanto si assottigliano fortemente.
A questo si aggiunga che sia Julius Baer, sia soprattutto Credit Suisse, hanno sviluppato piani piuttosto aggressivi di ampliamento, andando ad incidere pure sul livello dei costi.
Che ora, inevitabilmente, dovranno essere tagliati. Con lacrime e sangue.


Anche nel Regno Unito, dove - nonostante l'invasione delle cavallette e due glaciazioni una di seguito all'altra a causa del voto sulla Brexit - l'economia va piuttosto bene, qualche problemino finanziario, dopo la crisi terrificante di qualche anno fa, anche oggi si inizia a porre.
Intanto, ci sono i soliti problemi legali, connessi al fatto che si tratta pur sempre di banche anglosassoni, che come si sa hanno nello Statuto una deroga espressa al rispetto delle leggi nazionali (sono o non sono cross-border?). Poi ci sono Paesi che possono imporsi un minimo, e altri che devono accettare il fatto, senza fiatare. Ma questo è un altro discorso.
(Non solo anglosassoni, ovviamente...
...).
Tuttavia, lì il problema maggiore pare essere stato creato dalla Banca d'Inghilterra, che ha di recente avviato un massiccio programma di acquisto di bond corporate denominati in sterline (10 miliardi massimo). Se l'operazione ha permesso alle imprese - prima fra tutte Vodafone - di emettere titoli a prezzi particolarmente bassi, è possibile che, anche nel breve termine, deprima a tal punto i rendimenti obbligazionari da mettere in difficoltà il margine di interesse sia le banche, sia degli altri operatori finanziari (fondi pensione in primis).
La BOE giustamente copia la BCE. E crea la medesima situazione insostenibile. Il che, tutto sommato, riconcilia con l'idea che in fondo l'economia è davvero una scienza.

Ovviamente, per chi l'applica con onestà intellettuale.

2 commenti:

  1. Segnalo quella che sembra una piccola dimenticanza:
    .
    >> è rimandata di giorno in giorno (ora siamo a fine settembre) delle 4 good bank
    .
    mi pare che dopo la parentesi chiusa ci andrebbe l'oggetto del rinvio, presumibilmente 'la vendita'.
    .
    Buona giornata.

    RispondiElimina